Un medico in famiglia, Lino Banfi e i suoi nipotini africani

L’anno scorso, proprio in questi giorni, veniva insignito di un prestigioso riconoscimento di ambientazione partenopea: la XVII edizione del Premio Faraglioni di Capri (premio pensato per sottolineare la qualità della Cultura e dello Spettacolo italiano ed internazionale) riconosceva ufficialmente l’eccezionalità del talento e della sensibilità di Lino Banfi.

I più grandi ne conservano un simpatico ricordo per le divertenti quanto piccanti interpretazioni del voyeur che frugava nel buco della serratura, mentre per i più piccoli quelle di Banfi sono le guance paffute del nonno più famoso della televisione nostrana, con il quale hanno familiarizzato grazie al suo ruolo nella fiction Un medico in famiglia. E’ uno dei volti più eclettici dello spettacolo italiano: dagli anni ’70 ad oggi, tra scenette in slang barese e battute comiche, ruoli drammatici ed iniziative benefiche, il pugliese Pasquale Zagaria (questo il suo nome al secolo), tra un successo e l’altro collezionato nell’arco della lunga carriera, dimostra la completezza dell’attore e la generosità dell’artista.

La sua comicità non ha solo definito i caratteri della commedia erotica all’italiana, ma ha prestato esperienza e popolarità ai ruoli seri che l’hanno visto impegnato ultimamente. Anni di riscatto, questi ultimi, per chi quei film nel suo curriculum fortunato li considera di serie B, e ovvia conferma per quanti, invece, da sempre ne apprezzano qualità artistiche ed umane. Notevole è infatti il suo impegno nel sociale.

Dal 2001 Banfi è Goodwill Ambassador dell’Unicef, testimonial di numerose iniziative sul territorio e di altrettante campagne a favore delle popolazioni che vivono quotidianamente disagi socio-sanitari e culturali. Un sostegno volto in particolar modo a quei nipotini africani di cui da 10 anni si prende cura con dedizione ed affetto.