Ieri è andata in onda la sesta e ultima puntata di “Tutta la musica del cuore” la fiction Rai che ha fatto il pieno di ascolti e tenuto incollati alla tv una media di 5/6 milioni si spettatori. Un risultato incredibile che conferma come i soldi che la Rai spende in fiction sono sempre soldi spesi bene.
Ma basterà questo a convincere l’azienda a fare una seconda serie? Pare infatti che la serie fosse nata anni prima, era stata scritta e girata, ma nessuno in Rai ci credeva così tanto da mandarla in onda: continuava a comparire e sparire dal palinsesto senza venire mai trasmessa davvero. Insomma faceva capolino e poi tornava nel cassetto.Tanto che Aldo Grasso sul Corriere della Sera, ne parla in questi termini:”La fiction di Rai1 si affida solo all’usato sicuro, il metodo più fidato per premiare l’audience e deprimere il prodotto.”
È vedo che in Tutta la musica del cuore spesso si parla di temi delicati come giustizia sociale e mafia, con una buona dose di buonismo e senza un’analisi vera. Tanto che il sindaco di Monopoli (questo il vero nome della cittadina di Montorso), il paese dove è stata girata nel 2010, si è dovuto esporre in prima persona per difendere la scelta fatta di dare il suo patrocinio.
Diciamo che è stata la crisi da dare vita a questo prodotto, facendo in modo che venisse messo in onda quasi per risparmiare. E il pubblico invece ha dimostrato di apprezzarlo, premiandolo sempre, seguendolo senza defezioni, scegliendolo anche quando in tv c’erano altri programmi stranoti da vedere. Sempre il pubblico già attende la seconda serie e visto il panorama della fiction italiana, è incredibile come si gridi allo scadalo.
La storia parla di bene e male, di buoni sentimenti, d’amore. Spesso lo fa in modo semplice, è vero, forse a volte semplicistico, ma se la più grande critica deve essere quella che la storia sia prevedibile e scontata, questa viene immediatamente smentita dai dati d’ascolto, che l’hanno premiata e non, come a volte si dice, “perché non c’era niente di meglio da guardare”.