Gli impegni televisivi per Sabrina Ferilli non finiscono mai. La sua presenza sul piccolo schermo e le sue interpretazioni rimbalzano imperterrite di stagione in stagione, di emittente televisiva in emittente.
Proprio in queste settimane compare su Canale 5 intrattenendo il pubblico nostrano con Anna e i cinque 2 e presto tornerà su Raiuno con Né con te né senza di te, racconto avvincente sulle nostre origini come Nazione, storia che stando a quanto dichiara per Il Messaggero.it l’ha appassionata da subito:
La sceneggiatura mi ha conquistato immediatamente perché nasce nella realtà. Racconta un Paese confuso che si ritrova a lottare e a morire senza nemmeno capire perché.
Prodotto targato Rai Fiction e Notorius Film e diretto da Vincenzo Terracciano, il film tv in due puntate vedrà la bellissima attrice romana nei panni di una brigantessa coinvolta nel risolvere le sorti degli italiani in rotta verso l’unità risorgimentale. Contesto storico e ruolo di tutt’altro genere e spessore per la Ferilli, spesso protagonista di narrazioni spiccatamente più da commedia: stavolta vestirà i panni di una eroina forte e coraggiosa, mossa dalla passione incontenibile per l’uomo di cui si è innamorata, il conte Pietro De Leonardi (interpretato da Francesco Testi), nobile che si batte per grandi principi. Passione che la avvicinerà agli illustri ideali che hanno impregnato un’epoca storica densa com’è quella dell’Ottocento e regalato all’Italia una definizione politica e geografica stabile, ma soprattutto ai suoi concittadini, gli abitanti del Lazio, impegnati nel riscatto della propria terra:
in Né con te né senza di te protagonista è il popolo. Quegli eroi senza medaglia che hanno fatto la storia loro malgrado.
Motivo di riflessione sui caratteri positivi del suo personaggio femminile e su quelli di una intera generazione di italiani, per la Ferilli raccontare la trama della fiction nell’intervista rilasciata a Il Messaggero.it non può che significare anche soffermarsi su alcune considerazioni dell’Italia di oggi, sulla condizione spesso dolorosamente labile di unità nazionale letta in chiave politica, un’unità conquistata con grandi sacrifici e spargimenti di sangue, di cui a breve saprà offrircene dimostrazione.
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