Home Fiction Mediaset O’ professore: un insegnante credibile

O’ professore: un insegnante credibile

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Avvicinarsi all’educazione delle giovani generazioni con prodotti televisivi che mostrino quante più sfaccettature possibile di quello che alla loro età è tutto il mondo conosciuto: l’obiettivo delle fiction proposte dai canali nostrani che aprono al piccolo schermo inquadrature su banchi e corridoi, momenti di ricreazione ed altri di confronto, presidi e bidelli, è tutto di matrice pedagogica. Ma non tutti riescono a centrarlo come O’ professore.

Sono molti gli stereotipi proposti dalle sceneggiature pensate per ricalcare la vita degli istituti scolastici italiani, così come tanti sono i modelli che cercano di suggerire. Perché qualsiasi sia l’angolatura alla quale mirano, qualsiasi sia il tono espressivo che scelgono di adottare, le fiction sulla scuola condividono la medesima nobile quanto pretenziosa intenzione: offrire al pubblico l’idea di come dovrebbe essere il tempo trascorso in classe, l’approccio allo studio, il rapporto tra insegnanti e alunni o tra gli stessi compagni di classe. Una sorta di manuale, che spesso finisce per proporre un’immagine assolutamente distorta dell’originale, frutto di un eccessivo calco interpretativo o di superficialità.

L’effetto che ottengono è paradossalmente opposto a quello che si auspicavano: il rischio è di giocare alle differenze, tra la realtà vissuta quotidianamente dal pubblico a cui si è scelto di mirare e quella arrangiata sulle scene, finendo col rinnegare il vero senza risolverlo. E il pericolo diventa tanto più imminente se alla struttura del liceo “tipo” si preferiscono le strade insidiose dei rioni napoletani. Evita con maestria la trappola il bel personaggio interpretato da Sergio Castellitto nella fiction O’ professore (riproposta da Canale 5 venerdì scorso): Pietro Filodomini, l’insegnante di italiano che recupera i suoi ragazzi dalle difficoltà del loro privato e della società in cui vivono, per educarli alla vita, è un disegno ineccepibile di educatore, convincente nel giusto equilibrio tra la banalità e l’eroismo cui spesso tendono i suoi colleghi.

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