L’ultima puntata della webserie Lib, per Postemobile, è andato in onda qualche giorno fa. Anzi, sarebbe più corretto dire: che è stata messa on line. Perché Lib è una webserie ed ha raccolto grandissimo successo tra il pubblico della rete, specialmente tra i giovanissimi. Dal momento in cui noi di fictionitaliane spesso e volentieri abbiamo parlato di webserie come le fiction made in Italy del futuro, torniamo su questo prodotto per un’analisi più specifica:
È innegabile: gran parte del successo che Lib ha ottenuto sul web va attribuito a Niccolò Centioni e Micol Olivieri, i due giovanissimi attori de “I Cesaroni” che un forte seguito di pubblico. Scelta decisamente strategica e funzionale, anche perché i due, cresciuti, hanno potuto sperimentarsi per una volta nei panni di Sara e Ivan, due personaggi ben diversi da Rudi e Alice de I Cesaroni. Ma a Lib vanno riconosciuti anche tanti altri meriti. Perché è una webserie che nulla ha da invidiare alle produzioni televisive: per la scrittura, la regia, gli effetti grafici e la colonna sonora. Non a caso è stata prodotta dalla Publispei, una delle più importanti società di fiction italiane. Nel cast ricordiamo ovviamente il bravissimo Andrea Poggioli (già visto in Freaks) e Martina Carletti.
Per la riuscita di Lib, una webserie con episodi della durata di tre minuti ciascuno, è stata fondamentale la scrittura. Ogni episodio infatti è stato un concentrato di emozione e di tensione, di mistero e di suspence. Dialoghi e azioni sono stati costruiti sapientemente per interrompere il racconto in modo tale da creare quella fidelizzazione forte tipica delle serie televisive dalla linea orizzontale. Come abbiamo accennato, protagonisti della webserie Lib sono stati i giovanissimi attori Niccolò Centioni e Micol Olivieri, conosciuti al grande pubblico come Rudi e Alice ne “I Cesaroni”. E da “I Cesaroni” arriva anche il nome di Federico Favot, head writer per la fiction mediaset, che firma il soggetto e la sceneggiatura di Lib. Mentre il lavoro di story editor è stato svolto da Federica Felice.
E ancora la regia di Lib è stata di Peppe Toia, del cui lavoro abbiamo parlato qui e che ha avuto il merito di valorizzare i giovanissimi attori, di girare con abilità in una location sfruttandone tutte le potenzialità grazie a sapienti movimenti di macchina.
La grande professionalità tipica delle serie tv è stata declinata sul web, in un linguaggio inedito e innovativo a cui ha dovuto adeguarsi anche la musica. L’autore della colonna sonora di Lib è Luigi Maiello, compositore di musica sinfonica spesso utilizzata dalla televisone, dal cinema e dai nuovi media, che questa volta si è dovuto cimentare in un genere diverso. Le musiche composte per Lib (qui scaricabili) da Luigi Maiello, infatti, si adattano perfettamente all’originalità della web serie. La colonna sonora è stata pubblicata in formato digitale da Cinevox Record, si possono quindi scaricare su iTunes i barni interessanti al di là della webserie: tracce strumentali e pezzi dance, dai toni onirici e misteriosi, che hanno accompagnato il mood di Lib: tra fantanoir e suspence.
E poi ancora la grafica: la sigla realizzata, in After Effect, richiama l’immaginario di un universo che si crea e si trasforma su uno sfondo astratto che ricorda immagini di cellule al microscopio. Il logo Lib si compone attraverso un gioco di particelle che sembra da una parte una galassia e dall’altra degli elementi di materia che si uniscono. Gli effetti speciali si integrano alle immagini e alla fotografia creando sia eventi naturali come la nebbia, il cielo stellato, l’aurora boreale sia aggiungendo elementi di fantasia che sostengono la narrazione sul piano della fantascienza. Un lavoro molto complesso anche quello della computergrafica che, a dispetto dei grandi mezzi tecnologici di Hollywood, in questa webserie è frutto della fatica di Federico Imbesi in un piccolo studio romano.
Lib è stata una sfida, vinta a tutti gli effetti. E se sui dati Auditel non c’è certezza, una cosa è sicura: le visualizzazioni sul web non mentono.