Claudio Gioè, il protagonista di Il tredicesimo apostolo, la nuova serie dramma-fantasy in onda il mercoledì su Canale 5, ha rilasciato un’interessante intervista a Il Giornale, in cui ha raccontato il suo personaggio, don Gabriel:
Nel Tredicesimo apostolo abbiamo messo a confronto due persone, io teologo gesuita e docente universitario, e Claudia, che hanno fatto scelte di vita diverse, ma entrambi con tabù e regole da rispettare. Poi certo… gli sceneggiatori hanno un po’ giocato sul rapporto fra un religioso e un’affascinante laica, ma senza nemmeno un filo di morbosità, bisogna riconoscerlo.
Gioè, negli ultimi anni è passato dalla cronaca nera all’irrealtà. Da Paolo Borsellino e Il capo dei capi a Il tredicesimo apostolo:
Ho scoperto la libertà e la fantasia. Si è allentato il rigore storicistico e quindi ho potuto dare spazio al mio immaginario. E poi io sono un appassionato del cinema di genere. Mi piacciono i Dario Argento, i Sergio Leone. Il bello del “genere” è che hai a disposizione una forma tradizionale da rispettare che tuttavia ti consente di lavorarci sopra mettendoci del tuo.
L’attore ha lanciato una frecciatina a Gabriel Garko, quando il giornalista ha chiesto se per interpretare un prete si sia ispirato al collega in Io ti assolvo:
Studiare Gabriel Garko?!
Gioè poi è tornato sulla fiction di Canale 5 e il paragone con le serie americane
Buttarsi oggi a fare una serie come Il tredicesimo apostolo, dopo tutte le serie americane che sono prodotti pressocchè perfetti, anche tecnicamente, è una grande sfida. Il pubblico, nello stesso tempo, è preparato ed esigente. Noi avremo sicuramente fatto qualche errore, ma i nostri tecnici, con a disposizione un budget non altissimo, sia detto senza intento polemico, e la presenza di qualche canone vecchiotto, hanno fatto miracoli.
Un vulcano. Non si stanca mai e ha lo spirito giusto per un’avventura simile. Io invece sono più posato e riflessivo. Questione di carattere.
