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Il segreto dell’acqua, Riccardo Scamarcio alle prove tv di talento

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E’ il poliziotto Angelo Caronia nella fiction partita lo scorso 11 settembre su Rai Uno, Il segreto dell’acqua. Sei puntate per riscattarsi dai pregiudizi di un successo straordinario quanto discusso. Per Riccardo Scamarcio la pace dei consensi di critica e pubblico sembra, infatti, davvero un’utopia.

A trent’anni i tempi spensierati da bad boy dovrebbero essere soltanto un ricordo, ma per chi tenebroso e sciupafemmine lo è diventato per sceneggiatura dimostrare maturità e talento sembra davvero una fatica interminabile. Popolarità altissima per il gran seguito delle adolescenti praticamente stregate dagli occhi verdi e dal broncio che lo hanno reso famoso come protagonista del soggetto mocciano, ma decisamente scomoda per chi ha voglia di scrollarsi di dosso l’etichetta tagliente del bello che non balla, e che la stessa notorietà deve continuamente riuscire a convincere di meritarla.

Se non fossero bastati i numerosi personaggi per il grande schermo e le interpretazioni per le platee teatrali (di recente si è confrontato con il Romeo shakespeariano), arriva l’impegnativo incarico affidatogli dalla rete ammiraglia della tv di Stato, che confida in lui per una narrazione seriale in prima serata, ad inaugurare la stagione autunnale. Una trama faticosa per la storia di un detective diviso tra impegno civile e passato da risolvere, che suggella una carriera in ascesa, un crescendo di promesse e ruoli impegnativi.  Interpretazioni riuscite e sicuramente più mature in racconti di mafia, omosessualità, cliché culturali e lotte politiche, per scelte autoriali e di regia che se non bastassero come garanzia di merito saranno serviti almeno come esperienza. Partito dalla sua Puglia per studiare recitazione nella capitale, vanta giovanissimo un curriculum sorprendente. Gli esordi cinematografici sono battezzati da Marco Tullio Giordana ne La meglio gioventù del 2003 e oltre agli opinabili successi di botteghino di Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te, collabora per ben due volte con Michele Placido (prima in Romanzo criminale, del 2005, e poi ne Il grande sogno, uscito nel 2009). Lavora con Daniele Luchetti in Mio fratello è figlio unico, e viene addirittura scritturato da Ozpetek come protagonista del suo Mine vaganti, ma anche da Costa Gravas e Veronesi. Deve senz’altro la fortuna al cinema, mentre alla televisione si è concesso poco e in maniera discontinua (le prime apparizioni sul piccolo schermo risalgono a Compagni di scuola e Ama il tuo nemico 2, nel 2001). Un ritorno, dunque, accolto con grande entusiasmo ed attenzione quest’ultimo, per un affetto da coltivare a suon di sguardi espressivi e battute convincenti.

Dimostrare che la bellezza è un valore aggiunto e non l’unica carta da giocare è il peso per chi ha ottenuto dal niente riconoscimenti di pubblico così eclatanti e pericolosamente effimeri, finendo col ricoprire poster e tappezzare diari scolastici, col rappresentare uno stereotipo e col far parlare di sé solo grazie alla relazione sentimentale con la compagna più grande. Valutazioni che in molti prima o poi si troveranno a rivedere, perché Scamarcio dimostra di non voler mollare la sua grande passione per la recitazione e di metterci tutto l’impegno.

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