Le riprese de Il delitto di Via Poma, fiction di Canale 5, prodotta dalla Taodue sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, partite oggi hanno subito un brusco arresto a causa della diffida legale da parte dell’amministratore del condominio di Via Poma 2 che ha costretto il regista Roberto Faenza ad un cambio di programma per dirigere le scene ambientate all’interno.
Dopo la dichiarazione dei legali di Raniero Busco, secondo le quali avrebbero fatto di tutto per impedire la messa in onda della fiction, la situazione intorno a questo progetto si fa ancora più incandescente dopo la diffida legale del condominio che ha impedito di fatto le riprese.
Il regista Roberto Faenza ha commentato così la faccenda:
L’assemblea dei condomini ci avevano accordato il permesso di girare dentro il condominio di via Poma per tre giorni. Poi, però, il magistrato residente nel condominio il cui figlio è stato implicato fra gli autori del crimine, ha intimato l’amministratore di diffidarci e così l’amministratore, come tutti i condomini, hanno cambiato idea di colpo, per paura. Ora possiamo girare solo le esterne. E, per quanto riguarda, le riprese all’interno abbiamo trovato un condominio simile. Finiamo il 15 settembre, ma quello che è accaduto è sconcertante.
Faenza ha aggiunto:
E’ davvero da terzo mondo che un magistrato, che dovrebbe essere interessato alla ricerca della verità, si opponga al fatto che la gente cerchi di dare un contributo in questo senso. Resto sgomento.
Il regista ha anche replicato alle parole dei legali di Busco:
Non so proprio come possa Busco impedirci la messa in onda. Tra l’altro noi non siamo né colpevolisti, né innocentisti. Raccontiamo solo una storia di malagiustizia. Noi raccontiamo questo bailamme all’italiana e penso proprio che dovrebbero essere contenti di questo. Tra l’altro non sanno neppure cosa ci sia scritto nella sceneggiatura. Avrebbero almeno dovuto chiederlo prima di intervenire contro di noi per bloccare la fiction.
