Sergio Assisi, protagonista della nuova fiction Rai, Il commissario Nardone, ha rilasciato un’intervista a DiPiù. L’attore napoletano ha parlato soprattutto della sua difficile infanzia, caratterizzata da molti episodi di violenza. Assisi ha parlato anche di ciò che lo accomuna con Nardone, il ruolo che interpreta.
Queste sono le dichiarazioni dell’attore:
Per entrare nei suoi panni, mi ha molto aiutato il fatto che fosse campano esattamente come me. Io sono di Napoli, Nardone era di Avellino. Mi creda, ci sono delle caratteristiche ben precise che accomunano tutti gli uomini del sud. La prima è la capacità che abbiamo di ascoltare gli altri, di capirli. Si tratta di una dote che ad un commissario di polizia serve molto, una dote che in Nardone era molto spiccata: lui guardava dentro i delinquenti, sapeva esattamente se stavano dicendo il vero oppure il falso. Però, ciò che mi accomuna di più al commissario Nardone, è il fatto di non sopportare le ingiustizie.
Sergio Assisi ha aggiunto:
Nel 1946 Nardone fu trasferito a Milano dopo uno scontro con i suoi superiori. Nel luogo in cui prestava servizio c’era qualcosa che non andava e lui, giustamente, aveva messo in evidenza la questione. Invece di essere premiato, fu trasferito. Anche io non digerisco i disonesti, così come non sopporto chi mi mette i bastoni tra le ruote. E’ una cosa che succede in tutti i campi, in tutti i lavori, in ogni modo. Oggi, più sei sotto la luce dei riflettori, più ci sono persone che cercano di fermarti.
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