Direttamente dal taglio basso della prima pagina del quotidiano ottocentesco alla tv, passando ovviamente per una trama affascinante quale è quella che Andrea Camilleri è in grado di regalarci da anni con i suoi gialli. Questo il viaggio del feuilleton, rivisto e rivisitato secondo i nuovi tempi e modi della comunicazione moderna, e approdato nella serie tv Il commissario Montalbano.
Il fortunato caso della narrazione seriale delle vicende del Commissario Montalbano non è una novità: già nel lontano Ottocento il pubblico di massa era solito lasciarsi piacevolmente coinvolgere dalla curiosità strozzata sul più bello, dalla frenesia che regalava l’attesa dello scioglimento, dalle storie in cui i termini comuni delle puntate non solo avvincevano ma incantavano, costringendo i più a comprare il giornale fino al naturale esaurirsi della storia. Dalla prima trasposizione per la tv ad oggi, con il loro carico di suspense e di sentimenti, sono proprio le storie di Camilleri (dirette ispiratrici della serie televisiva di Rai Uno) a stuzzicare il gusto del mistero e la voglia di conoscere la soluzione di milioni di telespettatori: e non soltanto per la naturale propensione all’indagine tipica del genere poliziesco, ma anche per l’empatia che il suo protagonista (da sempre con il volto di Luca Zingaretti) è riuscito a stabile da subito con il pubblico. Il personaggio di Salvo Montalbano ha talmente tanto appassionato che dal 1999 ad oggi si sono moltiplicate le trasposizioni dei racconti di Camilleri in prodotti per la tv, al punto che, per soddisfare la curiosità degli appassionati del commissario di Vigata, è in cantiere addirittura la ricostruzione dei suoi trascorsi giovanili.
