Si moltiplicano in maniera esponenziale, riproducendosi di canale in canale: sono le serie tv su distintivi e divise. Nonostante l‘abbondanza, a tutte è assicurato un gran seguito di telespettatori, fedeli anche nelle repliche, come nel caso de I delitti del cuoco. Perché resistere al fascino del poliziesco sembra davvero impossibile.
L’uomo comune che veste i panni del supereroe, che gira per la città ad identificare e neutralizzare il cattivo, è un sempreverde dell’Eden televisivo nazionale, che proprio per questo non smette di proporne varianti ed affini. Commissari o ispettori, agenti di Polizia, brigadieri e detective, o uomini dell’Arma dei Carabinieri che siano, l’importante è che i sospetti che cadono sullo scippatore narcotrafficante malavitoso omicida di turno, le indagini e le prove per metterlo in manette e tutte le conseguenze del caso, vengano conditi con gli ingredienti propri della fiction da trasmettere in prima serata. Va benissimo ricostruire scene del crimine e moventi, ma ancora meglio è aggiungere a ciò che accade fuori, al mero ed inquietante fatto di cronaca nera, la vita personale -e perché no, quella sentimentale- di chi investiga: delinquenza e rettitudine si intrecciano per opporre le proprie diverse nature, per non mancare a quella lezione di vita che tanto piace al pubblico su ciò che è bene e ciò che non lo è. Ma non solo. Raccontare verosimilmente la sfida quotidiana al male, oltre ad interessare con tutti i retroscena della professione, serve soprattutto ad alleggerire la tensione. Così la vita privata degli uomini in divisa non viene utilizzata solo come una semplice digressione, ma come parte integrante di tutti i racconti del genere. D’altronde, infarcire il tutto con una buona dose di commedia non guasta mai!
E proprio di ingredienti si parla in uno degli ultimi prodotti del fortunatissimo genere -stavolta in versione comica- la serie tv proposta da Mediaset I delitti del cuoco. In replica da lunedì 8 agosto, il dopocena di casa Rete 4 ripropone le vicende dell’ex commissario Carlo Banci, interpretato da Bud Spencer, la cui divertente gestualità alla napoletana stempera il plot giallo: in pensione, tra una porzione e l’altra di manicaretti, Carlo collabora con il figlio poliziotto, Francesco (Enrico Silvestrin), direttamente dalla cucina del ristorante Polipo Allegro che gestisce ad Ischia.
