Un soggetto interessante, creato da una penna d’autore. In scena andrà l’epopea di una famiglia produttrice di grappa che attraversa gli anni dell’emancipazione femminile. La vicenda di un patriarca che punta tutto sul figlio maschio, il più atteso, che si rivelerà però il più debole, nonché delle tre figlie pronte a conquistare il mondo.
Per la scrittrice e regista cinematografica Cristina Comencini sarà un esordio. Per la prima volta, infatti, Cristina debutterà in una fiction Rai scrivendo il soggetto della serie di ‘Di padre in figlia’ che vedrà alla regia Riccardo Milani. La sceneggiatura di ‘Di padre in figlia’ è firmata da Valia Santella con Giulia Calenda e Francesca Marciano. La produzione è di Angelo Barbagallo con la Bibi film per Rai Fiction.
A ottobre, poi, Cristina Comenicini tornerà sul set dietro la macchina da presa con il film ‘Non ti avevo visto bene’ di cui ha scritto la sceneggiatura insieme all’attrice Paola Cortellesi che è anche protagonista coadiuvata da Micaela Ramazzotti.
Il primo ciak è previsto nei mesi autunnali. Le quattro puntate di serie seguono da un lato lo sviluppo dell’industria, dall’altro i cambiamenti del costume italiano, dalla legge sul divorzio a quella sull’aborto. Si tratta dunque di una saga familiare che racconta quarant’anni di vita e costume durante i quali il ruolo della donna si è trasformato radicalmente. Siamo nel Nord-Est, a Bassano del Grappa, in una famiglia patriarcale con un genitore dispotico, in cui le donne rimangono escluse dall’azienda di famiglia (un’industria di distillati) dove al massimo viene proposto loro di fare da segretarie.
Il padre punta tutto sul figlio maschio tanto atteso, che però lo delude. Nel corso degli anni, dopo il tragico suicidio del figlio maschio, sarà la primogenita ad ereditare l’azienda grazie alla sua caparbietà e preparazione. Una storia profondamente legata alla cultura del territorio che racconta, tra l’altro, di un’emigrazione italiana meno conosciuta, dal Nord Italia verso il Brasile. La prima delle sorelle, Maria Teresa, si vieta il corpo. Studia, lavora, pensa che sia quella la strada dell’emancipazione.