Aurora Ruffino è una delle protagonite di Questo nostro amore, conclusasi la scorsa settimana con grande successo. L’attrice, che ha solo 23 anni, dopo il suo brillante esordio nel film La solitudine dei numeri primi, ha vestito i panni di Benedetta Ferraris nella fiction di Rai Uno e presto la ritroveremo in Tv con Una Ferrari per due, e al cinema in Bianca come il latte, rossa come il sangue. Aurora, in un’intervista a blogapuntate, parla di come ha vissuto gli ultimi due anni:
Intensamente. Sono stati due anni molto impegnativi che mi hanno però regalato molte soddisfazioni. Dopo La solitudine dei numeri primi ho avuto la fortuna di essere presa al Centro Sperimentale e poi è venuto tutto insieme, una cosa dietro l’altra. Prima mi hanno chiamata per il provino per Questo nostro amore, perché mi avevano vista ne La solitudine dei numeri primi, ed è andato bene, poi dopo questo impegno ho ripreso gli studi, ed è arrivato anche Bianca come il latte, rossa come il sangue, quindi sono contentissima, perché non mi sono fermata mai. Sono stati anni impegnativi perché comunque ho studiato e lavorato tanto, quando non lavoravo era a scuola e quando non ero a scuola lavoravo. È stata una grande fortuna per me.
La Ruffino racconta come è stato recitare in Questo nostro amore:
È stato molto bello. Non mi aspettavo nulla perché non sapevo nulla. Era il mio primo impegno televisivo. Prima di iniziare le riprese, quando mi incontravo con Luca Ribuoli per parlare un po’ del personaggio, fare un po’ di lettura, già lì lui mi diceva che i tempi sarebbero stati molto stretti, che si sarebbe dovuto lavorare velocemente, però non avevo idea di come sarebbe stato. Poi le prime due settimane sono entrata in crisi perché non ero abituata a questi tempi di lavoro. Bisogna fare in fretta, c’erano tante scene da girare nella stessa giornata. Le prime settimane ero in crisi, poi mi sono abituata e ho preso con più serenità il lavoro e ho iniziato a godermela un po’ di più. Anche perché Luca e tutti gli altri attori, e anche i ragazzi di produzione, sono stati tutti carinissimi, molto disponibili e mi hanno trasmesso grande serenità.
L’attrice era sicura che la fiction sarebbe piaciuta al pubblico:
Mi aspettavo che facesse un buon risultato, perché già quando ho letto il copione mi sono subito appassionata alla storia, piaceva tanto anche a me. Immaginavo che sarebbe piaciuta anche al pubblico. Io stessa mi sono posta questa domanda, e credo che il motivo di questo successo sia anche il fatto che ci sono tantissimi personaggi molto diversi tra loro: la famiglia piemontese con dei problemi per cui difficilmente viene accettata, la famiglia siciliana con altri tipi di problemi non meno gravi di quelli della famiglia del Nord, poi ci sono i ragazzi, i bambini. Tantissimi personaggi, uno più bello dell’altro e quindi credo che il successo sia dovuto a questo. In questo modo vengono attirate più persone: gli adolescenti che si rivedono nella storia d’amore dei ragazzi, i bambini per i giovani protagonisti, le persone adulte che invece hanno vissuto in quell’epoca e quindi la fiction richiama a sé tutte le generazioni.
In Una Ferrari per due, Aurora reciterà nuovamente al fianco di Neri Marcorè:
Abbiamo finito di girare a ottobre. Non so se posso dire qualcosa. Per ora vi dico solo che sarò di nuovo la figlia di Neri Marcorè! Adoro Neri, adesso abbiamo proprio iniziato una pratica di adozione, ne ho già parlato anche con sua moglie e i suoi figli (ride, ndr). Scherzi a parte, mi sono trovata davvero benissimo con lui, a partire con Questo nostro amore. Ritrovarlo in Una ferrari per due è stata una grande sorpresa, per me ma anche per lui. Nessuno di noi infatti lo sapeva, è stato proprio un caso ed è stato bellissimo, perché c’è un ottimo rapporto tra noi. Quando ne ho bisogno lui mi dà sempre tanti consigli, mi dà una mano per le scene, è una persona disponibilissima nei miei confronti.
La Ruffino ricorda il suo esordio al cinema, con La solitudine dei numeri primi:
Lo ricordo con molta gioia, con molto affetto, perché per me è stato una sorpresa. Dopo quel film ho sconvolto tutti i miei piani di vita. Ho deciso di trasferirmi a Roma, di iniziare a studiare per diventare attrice. È stata un’esperienza molto forte, anche perché non avevo mai recitato prima. Il mio personaggio, Viola, io la chiamo affettuosamente una stronza, con simpatia, è una ragazzina che ha sofferto molto e mi sono anche affezionata a quel personaggio. Quella esperienza mi ha dato molto, dal punto di vista lavorativo. Lì ho scoperto che potevo giocare con me stessa, col mio corpo, potevo mettermi nei panni di una ragazza molto diversa di me. E poi devo assolutamente dire che devo tutto a Jorgelina Depetris, la casting direttor de La solitudine dei numeri primi, che mi ha seguito moltissimo nella fase di preparazione, prima di andare a girare sul set. Mi ha seguito con impegno, mi ha dato una mano, quando io sapevo poco o niente di recitazione. Mi ha preso sotto la sua ala e mi ha insegnato a tirar fuori ciò che avevo dentro. Con lei sono rimasta in contatto e ci sono molto affezionata.
Aurora parla del suo ruolo in Bianca come il latte, rossa come il sangue, dove reciterà al fianco di Luca Argentero:
È un personaggio diverso da quelli che ho affrontato fino ad adesso. Anche se non è lei in prima persona ad affrontare la malattia, si troverà a dover fare i conti, a soli 16 anni, con la leucemia. La sua compagna di classe Beatrice, infatti, si ammalerà, ed è la ragazza di cui è innamorato Leo, per il quale lei prova un affetto molto grande. È una storia difficile.
L’attrice sogna un ruolo in un film fantasy:
Mi piacerebbe tantissimo fare un film fantasy, tipo il Signore degli anelli. Adoro il genere fantasy, sarebbe davvero un sogno, il sogno della bambina che è in me. In Italia è difficile, dovrei andare in America.
Photo Credits | Getty Images
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