Emilia Costantini su Il Corriere della Sera oggi sottolinea come i boss, la malavita, i crimini, gli intrighi di potere siano i personaggi e i temi che continuano a funzionare bene nella fiction italiana. Non a caso Canale 5 ospiterà a breve, prodotte da Taodue, la nuova sfida del capitano Ultimo con Raoul Bova (stavolta si imbatte in un pericoloso traffico di scorie radioattive gestito dalla ‘ ndrangheta calabrese), e Il clan dei camorristi con Stefano Accorsi. Sky Cinema invece punta sul Felice Maniero della mala del Brenta interpretato da Elio Germano e sulla serie Gomorra diretta da Paolo Sorrentino e prodotta da Cattleya. Sky ha anche acquistato L’ impero del crimine prodotto da Martin Scorsese per Hbo.
Ma non è finita, perchè la Taodue, la casa di produzione di Valsecchi è molto attiva: sta lavorando a una serie su Tommaso Buscetta, mentre è già previsto in primavera il seguito di Squadra antimafia 4. Palermo oggi. Approderanno sulla rete ammiraglia del Biscione anche Pupetta Maresca, impersonata da Manuela Arcuri, L’ onore e il rispetto 3 con Gabriel Garko (entrambi prodotti da Ares) e Come un delfino (produzione Sanmarco), altra fiction in cui Bova combatte la criminalità organizzata.
E la Rai? Sebbene qui sia dato più spazio a temi sociali, alle biografie, alle commedie, stanno per tornare in onda le indagini contro la mafia de Il Giovane Montalbano con Michele Riondino.
Remo Girone, celebre Tano Cariddi de La Piovra, serie con la quale proprio la Rai inaugurò il filone, ricorda le difficoltà degli inizi:
Appartiene al patrimonio della Rai il merito di aver affrontato per prima questo scabroso argomento di impegno civile, però con qualche ansia.
L’attore spiega con più chiarezza:
Quando ci trovavamo sotto elezioni, la serie stranamente subiva ritardi o momentanei blocchi di programmazione. Si temeva ci fossero identificazioni tra i personaggi mafiosi e certi politici, e a volte c’ erano.
Girone, il quale ritiene che “attraverso la finzione si potevano svelare delle trame, altrimenti sconosciute al grande pubblico“, conviene con il racconto di Sandro Petraglia, sceneggiatore della storia serie:
Nonostante tutto, nella Piovra denunciammo molti retroscena inquietanti. Penso che oggi non avremmo la stessa libertà: la Rai democristiana aveva più coraggio.
Anche Massimo Dapporto, che nel 2006 impersonò Giovanni Falcone su Raiuno, ritiene che attraverso la fiction si possano mettere in luce storie occultate e oscurate nella realtà:
Il pubblico spesso trova in tv la spiegazione di certi intrecci criminali. E poi c’ è l’ innegabile fascino che emana la mafia: uno dei misteri italiani purtroppo irrisolti. Mentre giravamo in Sicilia lo sceneggiato l’ organizzazione locale poteva essere in mano alla bassa manovalanza mafiosa: il nostro omaggio al giudice che sfidò Cosa Nostra era fatto con il supporto logistico vicino ai boss di Cosa Nostra.
Tutte voci che raccontano la Rai del passato. E quell’attuale? Ci pensa il direttore di Rai Fiction, Fabrizio Del Noce a rivendicarne la libertà:
Il tema della criminalità continua a essere affrontato dalla Rai. Per ora posso anticipare una miniserie su Borsellino per il ventennale della sua morte. Tuttavia non si può sempre parlare di mafia come mostro tentacolare che non viene mai sconfitto. E non esiste solo quella siciliana, ce ne sono altre più evolute a livello internazionale. Nella nuova serie “L’ isola“, prossima su Raiuno, si parla di malavita nel problema ambientale. È giusto affrontare il tema nelle varie declinazioni, senza spettacolarizzare.