Ne avevamo già parlato la settimana scorsa di quanto siano frequenti ultimamente le sbirciatine alle fiction straniere divenute fenomeni popolari oltre i confini nazionali: prodotti tv già avviati sul mercato, dunque caratterizzati da ottimi margini di garanzia, trovate vincenti da riadattare per sviluppare successi in patria.
Accomunate da medesimi intenti e simili difficoltà nel perseguire i loro ambiziosi obiettivi, nel rivaleggiare per contendersi gli ascolti più sostanziosi, le casate Rai e Mediaset sfoggiano le stesse armi: là dove non bastano i prodotti di loro ingegno stipati in cantiere, produttori e autori chiamano a supporto delle idee nostrane quelle di importazione. Qualche giorno fa abbiamo citato I Cesaroni e Un medico in famiglia, ma non sono i soli esempi di narrazioni fictional non autoctone annoverate nel genere dalla più avvincente strategia d’attacco, sfoggiata dalle reti della nostra televisione per accaparrarsi percentuali di share. Narrazioni che prendono spunto dalla Spagna anche quelle ricordate oggi: Tutti per Bruno ed Anna e i cinque.
Anche stavolta ritroviamo Claudia Amendola, ma nelle scene di Tutti per Bruno. L’attore romano nel 2010 interpretò per Canale 5 la parte dell’agente Bruno Miranda, personaggio imbranato e pasticcione che aveva avuto come precedente Paco Miranda. L’idea di stravolgere l’immagine della serietà fatta divisa, e di raccontare in chiave parodica il mondo privato e professionale che ruota attorno agli uomini della Polizia si deve al parente stretto di origini spagnole di Tutti per Bruno, Los Hombres de Paco. Le sei puntate prodotte da Mediavivere si rifanno, infatti, al prodotto di Globomedia andato in onda nell’emittente televisiva spagnola Antena 3 dal 2005 al 2009 per ben nove stagioni, in cui a farla da protagonista erano proprio le battute divertenti e dissacranti dell’ispettore capo del commissariato di San Antonio.
Adattamento anche nel caso della fiction trasmessa nella sua seconda serie da Canale 5 proprio in queste settimane, Anna e i cinque. Fiction che prende spunto dal format spagnolo realizzato dalla Star Line production per Television Espanola S.A.U. e riadattato per mano della Magnolia Fiction. La regia di Monica Vullo e poi di Franco Amurri hanno come precedente i 91 episodi ai quali la Spagna ha affidato il racconto dell’idea di Ana Obregón. Il ruolo di Sabrina Ferilli si ispira, dunque, alla protagonista di Ana y los siete, la tata ex spogliarellista che dal 2002 al 2005 si impegnò a descrivere lo spirito familiare che la legava ai sette ragazzini di un ricco vedovo.