Dalla trasmissione in bianco e nero dei primi anni Cinquanta alla proliferazione inarrestabile dei canali che ad oggi invadono il nostro tempo libero, dal programma unico dell’intera giornata ai fittissimi palinsesti arricchiti di stagione in stagione, nell’oltre mezzo secolo di attività, mantenere vivo l’interesse del pubblico per la televisione è stata e continua ad essere un’impresa ardua, tanto più perché i risultati non sempre soddisfano gli sforzi.
Sono molte le variabili da considerare prima di proporre sul mercato del piccolo schermo una nuova idea: produttori, autori e registi -quasi psicologi ed osservatori attenti dei flussi che regolano domanda ed offerta- hanno a che fare con i costumi in continua evoluzione, i gusti dei diversi target, la frenesia dei consumi, tutti veri e propri grattacapi che richiedono valutazioni ponderate e che sempre più di frequente consentono all’autorialità nostrana la possibilità di far affidamento su supporti creativi provenienti da altre parti del mondo. L’importazione di prodotti di canali stranieri non è certo una novità per la televisione italiana, ma è curioso notare come gli ultimi due longevi successi (uno di casa Rai, l’altro affiliato Mediaset), tra le fortunate narrazioni fictional ospitate di recente dai nostri salotti, provengano entrambi dalla Spagna. Stiamo ovviamente parlando di Un medico in famiglia e de I Cesaroni. Due riuscitissime idee arrivate da noi già testate, quindi garanti di ottimi risultati. Idee finite come soggetti duttili da manipolare in interessanti progettualità, per comunicazioni nuove ed avvincenti.
Un medico in famiglia e I Cesaroni sono, infatti, adattamenti ispirati rispettivamente a Médico de familia e Los Serrano, due serie tv prodotte da Globomedia e andate in onda sull’emittente spagnola Telecinco, l’una dal 1995 al 1999 per ben nove stagioni, l’altra dal 2003 al 2008 per otto stagioni. Entrambe hanno garantito, puntata dopo puntata, l’attenzione di telespettatori (e di critica, con prestigiosi riconoscimenti e premiazioni ottenuti) per livelli di consenso altissimi, tanto in Spagna quanto in Italia.
Trame e personaggi che hanno fatto il giro del mondo e che seppur con percorsi evolutivi spesso diversi dagli originali, raccontano di vincenti declinazioni, che accorciano le distanze geografiche e testimoniano la congenita propensione del mezzo alla globalizzazione di mode ed intrattenimento.