Il critico Aldo Grasso è sempre categorico nei suoi giudizi, e questo chi lo segue sul “Corriere della Sera” lo sa, anzi molti lo leggono proprio per questo: perché è un esperto del linguaggio televisivo che non ha paura di dire quello che pensa. E di questo Trilussa proposto da Rai 1 dice tutto il male possibile.
Grasso lotta da anni per una televisione che abbia un suo valore, e Trilussa non passa la prova sotto nessun punto di vista: “Lo standard si avvicina di più a una recitazione da filodrammatica, alla caricatura involontaria, al narcisismo attoriale.”
Non una parola buona per gli sceneggiatori Peter Exacoustos, Paolo Logli e Alessandro Ponti, né per il regista Lodovico Gasperini che hanno, secondo Grasso, banalizzato la figura di un poeta crepuscolare e ironico facendolo diventare un eroe dell’antifascismo che si mette addirittura a salvare un’orfanella. E nessuna pietà nemmeno per gli attori: “sembra che Michele Placido si diverta a fare inverso a Manfredi”.
Insomma, conclude il critico, “Il buon Trilussa avrebbe meritato di più di una caricatura.”
Ma il vero problema dello sceneggiato è non tanto che di Trilussa sia stata fatta una caricatura, ma che questo sia un risultato del tutto involontario.